Investire in Ricerca e Sviluppo non è più solo una scelta strategica. Oggi è una necessità. Le imprese che vogliono crescere devono innovare, creare nuovi prodotti, migliorare processi, trovare soluzioni più efficienti. Il mercato lo richiede, la concorrenza lo impone.
Per questo motivo, lo Stato italiano e l’Unione Europea hanno messo a disposizione una serie di incentivi per sostenere le aziende che vogliono puntare sull’innovazione. Si tratta di strumenti concreti, pensati per abbattere i costi e rendere più accessibile la ricerca anche alle piccole imprese.

Quali sono i bandi per ricerca e sviluppo?
Vediamo insieme quali sono i principali.
1. Credito d’imposta Ricerca, Sviluppo e Innovazione
È uno degli incentivi più noti e utilizzati. Le imprese possono recuperare parte delle spese sostenute per attività di Ricerca e Sviluppo, innovazione tecnologica e design.
Il funzionamento è semplice: a fronte di determinate spese, si ottiene un credito d’imposta da usare in compensazione (cioè per pagare meno tasse e contributi).
Le percentuali cambiano in base al tipo di attività:
- Ricerca e sviluppo: 10%, nel limite massimo annuale di 5 milioni di euro.
- Innovazione tecnologica: 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
- Innovazione green o digitale (Industria 4.0): 5%, nel limite massimo annuale di 4 milioni di euro.
- Design e ideazione estetica: 5%, nel limite massimo annuale di 2 milioni di euro.
È accessibile a tutte le imprese, anche individuali, di qualsiasi settore e dimensione, purché residenti in Italia.
2. Fondo per l’Innovazione (PNRR)
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha messo a disposizione risorse straordinarie per finanziare progetti di ricerca, innovazione e transizione ecologica.
Tra le misure più interessanti:
- Fondo per l’innovazione industriale: per progetti ad alto impatto tecnologico.
- Accordi per l’innovazione: finanziamento agevolato per grandi progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
Questi strumenti sono gestiti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) e prevedono bandi a scadenza. Servono progetti strutturati e partnership con centri di Ricerca o università.
3. Brevetti+, Marchi+ e Disegni+
Sono incentivi specifici per valorizzare i risultati della ricerca.
- Brevetti+: finanzia fino all’80% delle spese per brevettare, prototipare e commercializzare un’idea innovativa.
- Marchi+: rimborsa le spese per la registrazione di marchi all’estero.
- Disegni+: sostiene la valorizzazione di modelli e design industriali.
Questi bandi sono molto richiesti e si aprono una volta all’anno. Chi è interessato deve prepararsi per tempo, perché le risorse si esauriscono molto velocemente.
4. Horizon Europe e bandi europei
Per le imprese più strutturate, ci sono anche gli incentivi europei. Il principale programma è Horizon Europe, che finanzia progetti di Ricerca e Sviluppo in ambito scientifico, tecnologico e industriale.
Gli importi sono molto alti, spesso a fondo perduto. Ma servono progetti solidi, partnership internazionali e una buona capacità di rendicontazione.
Non è un’opportunità per tutti, ma può essere decisiva per chi vuole fare il salto verso mercati e tecnologie più avanzate.
5. Finanziamenti regionali e locali
Regioni, Camere di Commercio e altri enti pubblici pubblicano bandi territoriali per supportare la ricerca e l’innovazione.
Sono spesso mirati a specifici settori (biotech, digitale, sostenibilità) e riservati a imprese di piccole e medie dimensioni.
In molti casi offrono voucher o contributi a fondo perduto per:
- acquisto di servizi innovativi;
- collaborazioni con università e centri di Ricerca;
- partecipazione a fiere e percorsi di internazionalizzazione
Per non perdere queste occasioni, è utile monitorare i siti delle Regioni o rivolgersi a consulenti esperti.
6. Il nuovo Patent Box
Tra gli incentivi per le imprese che investono in ricerca c’è anche il Patent Box, una misura fiscale pensata per valorizzare i beni immateriali. È dedicato a chi sviluppa internamente software, brevetti, disegni, modelli e know-how.
In pratica, consente una deduzione extra del 110% sui costi sostenuti per lo sviluppo di questi beni. Significa che, se un’impresa spende 100.000 euro per migliorare un software o un brevetto, potrà dedurre 210.000 euro dal reddito imponibile. Un beneficio importante, che si traduce in meno tasse da pagare.
A differenza della versione precedente, il nuovo Patent Box è più semplice da applicare. Non è più obbligatorio fare un accordo con l’Agenzia delle Entrate (ruling), ma è sufficiente tenere una documentazione idonea che dimostri le spese sostenute e il legame con l’attività innovativa.
Sono ammessi costi come:
- stipendi del personale interno;
- consulenze tecniche e legali;
- materiali di laboratorio;
- software utilizzati per lo sviluppo;
- spese legate alla registrazione e tutela dei diritti.
Il Patent Box è compatibile anche con altri incentivi, come il credito d’imposta per R&S, ma va gestito con attenzione per evitare sovrapposizioni.
In sostanza, è un’ottima opportunità per tutte le imprese che creano valore attraverso la conoscenza. Aiuta a ridurre il carico fiscale e premia chi investe nella proprietà intellettuale. Un modo concreto per trasformare l’innovazione in vantaggio competitivo, anche sul piano fiscale.
Quali spese sono ammesse ai vari bandi di Ricerca e Sviluppo?
In generale, le spese ammissibili variano da incentivo a incentivo. Ma i costi che ricorrono più spesso sono:
- stipendi del personale tecnico e di ricerca;
- consulenze specialistiche;
- materiali e prototipi;
- costi di laboratorio;
- software e attrezzature;
- attività di testing e sperimentazione.
È importante documentare bene ogni voce di spesa. In molti casi, è richiesta una relazione tecnica o una certificazione da parte di un revisore.

Perché conviene approfittare delle agevolazioni per Ricerca e Sviluppo?
Innovare costa. Ma non innovare può costare di più. Oggi, grazie agli incentivi, anche una piccola impresa può permettersi di sviluppare un nuovo prodotto, migliorare un processo, digitalizzare una linea produttiva.
Gli incentivi non sono solo soldi in più. Sono strumenti che riducono il rischio, spingono alla crescita, valorizzano le idee. E spesso fanno la differenza tra un’idea lasciata nel cassetto e un progetto realizzato.
Ricerca e Sviluppo: cosa serve per partire?
Per accedere agli incentivi servono:
- un progetto chiaro e con obiettivi concreti;
- un piano dei costi realistico;
- la documentazione tecnica e amministrativa in ordine;
- eventualmente, una partnership con università, enti o startup innovative.
Il consiglio è partire per tempo. Molti bandi si aprono per finestre brevi e funzionano a sportello, cioè chi prima arriva, meglio alloggia.

In conclusione
La ricerca non è più solo per le grandi aziende. Oggi anche le PMI possono innovare, grazie agli strumenti pubblici a disposizione. Serve solo una buona idea, una squadra competente e la voglia di fare le cose per bene.
Chi investe in Ricerca e Sviluppo non solo accede a incentivi, ma diventa anche più competitivo, più sostenibile e più pronto alle sfide del futuro.